Il percorso parte da Sestola e porta direttamente a Pian del Falco, un dislivello di 400 metri da coprire in circa 4 km su per una strada asfaltata parzialmente chiusa al traffico, un percorso facile che volendo si può fare anche con il passeggino a patto di avere delle buone gambe e un’ottimo deodorate, un paio di giorni prima siamo arrivati a più di metà,
oggi però sfodero l’attrezzatura da trekking, mi carico la pupa sulle spalle nell’apposito zainetto, metto in moto i quadricipiti, e in meno di un’ora e mezza siamo a Pian del Falco,
ci passo tutte le volte che vado ai ben più rinomati Passo del Lupo e Lago della Ninfa, a vederlo dalla strada non gli daresti una cicca invece appena arrivi al termine della strada si apre un piccolo, ma molto carino, scorcio di montagna che a tratti ricorda quasi il Trentino
per ristorarci dalla fatica ci fermiamo all’unico bar-ristorante-albergo della località, esiste da decenni e si vede, anche se per la sua veneranda età devo ammettere che si mantiene molto bene, è la classica struttura di montagna con tavolini, soffitto a cassettoni di legno, un vecchio jukebox e un biliardo (da boccette) a disposizione dei clienti dell’albergo;
per chi fosse interessato ho sentito dal gestore che per un giorno in bed & breakfast, o forse era mezza pensione, chiede 40 euro a testa e fino al 20 di agosto sono al completo
ma veniamo alla consumazione, una coca in lattina da 0.33l, un caffè deca macchiato, un latte macchiato e, questa non me la potevo far scappare, una fetta di torta con i frutti di bosco veri,
una base di pasta frolla molto morbida, quasi come il pan di spagna, cosparsa di fragoline di bosco, mirtilli, more e lamponi, il tutto ricoperto di gelatina alimentare, buonissima!
il ritorno avviene sulla medesima strada, ma con passo decisamente più veloce, la discesa aiuta molto , la tranquillità dei boschi è interrotta solo dal rumore di “ciclisti” attrezzati con pesanti catenacci biammortizzati che sfrecciano giù per i monti incrociando più volte la nostra strada,
io apprezzo molto il tentativo di rilancio del nostro appennino, peraltro parzialmente riuscito, che i comuni della comunità montana hanno fatto trasformando il Cimone in un’enorme pista free ride, e capisco anche che i giovani muovono sicuramente di più l’economia dei pensionati, ma purtroppo come spesso succede alcuni di questi hanno poco rispetto degli altri e si sentono i padroni del mondo creando un certo disappunto tra i puristi della montagna, non vorrei che poi alla lunga si perdesse quel bacino d’utenze trekker che è alla base del turismo ambientale montano
oggi sulla via del ritorno, con la piccolina sulle spalle, un paio di questi “geni” sono passati a non più di un metro da me, saltando su un dosso, senza neanche rallentare un’attimo, adesso se questi “sportivi” vogliono fare gli “sburoni”, sfrecciare e saltare come se avessero le ali alle ruote a me va bene, l‘importante è che non commettano degli errori che possano fare del male a me o alla mia famiglia, perché in quel caso non basterebbero tutte le protezioni che si portano dietro, questo per spiegare la mia precedente riflessione
Consigliatissimo!!
[testapelata]
12/08/2012
se GM me lo consente vorrei associarmi al pensiero di Johnny ed invitare i bikers a mantenere un comportamento corretto sulle strade ed i sentieri non frequentati solo da loro