Tralascio il perché ed il percome di questa cena, ma ci troviamo in tre coppie, in una serata da tregenda, (piove a secchiate), in questo bellissimo locale che sorge nella zona industriale di Correggio.
Già, il locale è splendido, grande giardino, viale d’ingresso, piscina, il fabbricato è un casale ristrutturato alla perfezione, necessiterebbe di un parcheggio più ampio e qui viene d’aiuto il fatto di sorgere nella zona industriale…………..si può approfittare dei parcheggi delle varie aziende limitrofe.
Alcuni ristoranti reggiani presentano, in questo periodo, un itinerario gastronomico dedicato all’Arte del riso, praticamente un percorso che Ti porta ad assaggiare piatti a base di riso, dall’antipasto al dolce: siamo alla terza edizione dell’evento.
Veniamo fatti accomodare nel tavolo a noi riservato, come spesso accade nei locali di questo tipo l’acustica non è il massimo, per fortuna i tavoli vicino al nostro sono occupati da gente sufficientemente silenziosa per cui si riesce a capire ciò che ci diciamo e la conversazione non langue.
Il tavolo è apparecchiato in tovagliato di stoffa, posate singole, doppio bicchiere, ci viene anche portato, nell’attesa, un cestino con pane e grissini, acqua frizzante e naturale ed un lambrusco grasparossa della Cantina Carafoli “passabile” .
Un brindisi e dopo qualche minuto di attesa si parte con l’antipasto.
Crema di riso con guacamole e fettine di avocado saltato al brandy: piatti singoli, e questo si ripeterà per tutte le portate, porzione mignon, assolutamente delicato, un po’ amarognole le fettine di avocado , una preparazione ricercata, assolutamente originale, discreto inizio.
Finiamo tutto in un battibaleno ed inizia la lunga attesa per il primo……primo piatto.
Risotto con zucca, zucchine, zafferano, mantecato al taleggio e servito nella forma di ParmigianoReggiano: l’attesa viene premiata, il risotto è straordinario, così come la presentazione, cottura perfetta, sapore delicatissimo, quasi cremoso, è il piatto che al nostro tavolo riceve il premio speciale “principe della serata” .
Ora l’attesa è minore, ed arriva il secondo……primo piatto.
Risotto con speck uva e noci: speck e noci non sono una novità, è la presenza dei chicchi uva che danno un qualcosa di diverso, ci stanno comunque bene e donano alla preparazione un tocco di colore ed un gusto più dolce e delicato.
A questo punto il Grasparossa è terminato e ci buttiamo su un vino diverso, sempre lambrusco, fuori dal menù concordato, un superlativo “Cavalcabò” della Cantina Sociale di Viadana, un lambrusco mantovano dal carattere sanguigno così come il suo colore, ottimo consiglio da parte della giovane e simpatica cameriera.
E con il secondo ci starà proprio “moltissimo bene”.
Savarin di riso al radicchio trevigiano e bocconcini di carni miste saltate in padella agli aromi: la tipica “ciambellina” di riso creata dal gastronomo francese Jean Anthelme Brillat-Savarin su un letto di radicchio rosso con all’interno piccoli bocconcini di carne comprendenti salsiccia, pollo, manzo , gli aromi utilizzati non sono invadenti, il savarin è perfetto, giusta consistenza, altro piatto da applausi ed il “Cavalcabò” si sposa alla perfezione.
E visto che tutto è a base di riso, ecco che arriva il dolce.
Prima di parlare del piatto mi permetto una disquisizione sulla varietà di riso utilizzata, mentre per tutte le altre portate è stata utilizzata la varietà Carnaroli, per il dolce è stato usato il riso Venere, si tratta di un incrocio creato “solo” nel 1997 fra un riso nero asiatico ed una varietà padana, il chicco è di colore nero, oserei dire ebano.
mango, cocco e frutti di bosco su un letto di riso Venere: anche cromaticamente una presentazione con i fiocchi, ai lati del riso nero alcuni dadini di mango ed una bella dose di frutti di bosco (ribes e mirtilli) e sopra il cocco tagliato a spirale sottilissima, non c’è un sapore dominante, nell’insieme gradevolissimo.
Un paio di caffè ed ancora diverse chiacchiere fanno si che rimarremo gli unici all’interno del locale e prima che ci chiedano di sistemare i tavoli e fare le pulizie, ci alziamo ed “andiamo di conto”.
Al prezzo concordato di 25 euro a persona viene aggiunta la bottiglia di “Cavalcabò” per un totale che è comunque assolutamente “competitivo”.
Una bella cena con piatti originali in uno splendido locale, serviti da un personale molto gentile, educato , premuroso e mai invadente .
Un tocco pittoresco viene dato anche dal titolare, per la descrizione……….andatelo a trovare.
Per il giudizio complessivo direi che siamo al limite dell’imperdibile e del quinto cappello, se vogliamo trovare il pelo nell’uovo la tempistica iniziale è stata un po’ lunga, occorre però tenere presente che il locale era pieno ed il riso necessita di un certo tipo di cottura per cui, per una volta, cerchiamo di essere di manica larga ………..quando usciamo……… ha smesso di piovere il cielo è “quasi” sereno.
Imperdibile!!!
[Assaggiatore]
23/11/2013