Ho un paio d’ore di libertà e mi trovo in centro. E’ una vita che non vado a zonzo dove capita e la passeggiata in solitario mi porta in via San Pietro a rivedere la sede dove frequentai le scuole medie Amici: oggi è sede del giudice di pace, ma sbirciando dalla vetrata ho riconosciuto la scala che portava ai piani alti... quanti ricordi! Molti negozi che riempivano tanti anni fa la via non ci sono più, sostituiti da altre attività o più tristemente con la serranda abbassata.
Passando per via Gallucci vedo questo locale con un menù degustazione che mi ispira, e così decido di entrare.
Il personale di sala stava pranzando, era da poco trascorso mezzogiorno, ma non è un problema, mi fanno accomodare e nel giro di breve mi portano un calice di bianco frizzante (non ricordo se un pignoletto o cos’altro, compreso nel menù da 18€) e una mezza di acqua naturale, un piattino con un panino, un pezzo di stria e un grissino artigianale, con sale e pepe al mulinello e l’ olio Centonze, trapanese, monocultivar, che a me piace.
Mi stupisco quando come antipasto portano quello che dal menù sembrava essere il secondo, ma non è un problema: si tratta di sgombro marinato su velluto di agrumi. L’impiattatura è gradevole, con una cremina arancione sul fondo, delle gocce bianche di salsa allo yogurt molto acido e due pezzettini romboidali di sgombro, appena scottato e all’interno ancora rosa. Purtroppo uno dei due pezzi non è ben diliscato e questo mi fa mangiare un po’ coi “denti alzati”.
Seguono chicche in verde con vongole e lime, un sughetto tipo pesto alla genovese molto delicato, con delle Vongole veraci, purtroppo anche in questo piatto si ripropone la solita salsa yogurt. A me le salse non piacciono tanto, o meglio, preferirei che non fosse sempre la stessa riproposta e preferirei che venissero messe sul bordo del piatto in modo che il commensale possa decidere se usarla, in quale quantità oppure no.
Per finire alici gratinate su patata all’olio: le alici erano belle calde, croccanti, molto buone, poche di numero (5-6), la patata, schiacciata con la forchetta e condita con olio era invece quasi fredda di frigorifero: a temperatura ambiente sarebbe stata migliore.
Nel complesso, pur trovando al limite dell’insipido tutti i piatti, cosa peraltro a me gradita, devo dire che mi è piaciuto tutto, anche se non mi sono innamorata di niente e le porzioni erano, anche per un menù degustazione, ai limiti del doversi alzare con la fame. Io ho mangiato tutto, pane compreso, e pur non essendo una gran mangiona non ero sazia. Avrei preferito spendere qualche euro in più ma mangiare qualcosa in più. Concludo con un caffè, pago 21 euro e via.
Toilette rivestite di marmo colorato, ampie e profumatissime, raggiungibili con un ascensore interno.
Consigliato!
[nickmanofredda]
12/06/2016
ho pranzato più volte e mai ho scelto menu degustazione, scelgo io non mi faccio guidare
sopratutto in questi locali,usare la carta è più sensato