Mangiare, a Bologna, non è difficile. L'offerta è vastissima e a dir poco invadente: ad ogni passo ti coglie un odore nuovo, ti prende alla gola e molto difficilmente ti lascerà proseguire indenne. Ed anche i palati annoiati sono certi di poter trovare il trastullo adatto: cosa vi va, una pizza al taglio? Alla napoletana? Un'arancina siciliana? Il greco? Il cinese? Il messicano, l'eritreo, il palestinese? Un panino al volo dal salumiere, un opulento gelato, un pastrocchio del fast food, una birra irish, un kebab, un boccone al wine bar, un assaggio al delicatessen? Insomma, che ti va?
Il problema nasce quando la tua risposta è: un piatto di tagliatelle a mezzogiorno. No, sul serio. Ora che le osterie di fuori porta chiudono o cambiano gestione (e gli studenti della zona stadio ancora piangono la scimmia) dove lo trovo io, quel pezzo di Bologna che sa di vino e di ragù?
Dal Rosso, mi dicono, e io ci credo.
La Trattoria dal Rosso è in posizione strategica: vicina alla Stazione, vicina al Nettuno, vicina all'università e vicina alle strade dello shopping. Potreste però fare fatica a vedere l'insegna al neon rossa, nascosta sotto il portico di via Righi. Ma non desistete, il Rosso è là, sempre aperto, sempre pieno.
Fuori troverete esposti i prezzi del vino al bicchiere e il menù del giorno (martedì scorso penne al prosciutto e qualcosa d'altro, lonza arrosto con spinaci spadellati, dessert o caffè e acqua o vino: 10 euro; solo primo o solo secondo con dessert e bevanda: 8 euro). Il locale è piccolo, a mezzodì alquanto buio, i tavolini sono larghi (o stretti) giusto quel po' che vi serve per metterci il piatto e il bicchiere; alle pareti grossi specchi danno l'impressione di star lì dagli esordi, all'ingresso sono già esposti i dessert monoporzione nel banco frigo.
I ragazzi che servono sono rapidi e gentili quel po' che possono, ma nel complesso l'impressione è gradevole e sa di trattoria-trattoria.
Noi volevamo stare leggeri e abbiamo accantonato la possibilità del menù fisso, che però mi è sembrato, sbirciando i piatti altrui, invitante e giusto nelle quantità. Abbiamo preso un piatto di tagliatelle al ragù, uno stinco di maiale al forno, un purè di patate e un piatto di verdure grigliate, un'acqua. Ci han portato subito l'acqua, delle pagnottine all'olio assai fragranti e il parmigiano grattugiato (purtroppo non l'ho assaggiato, ma sembrava fresco di grattugia); per i piatti abbiamo aspettato poco, e quel po' è stato ben ripagato. Le tagliatelle erano corpose come si addice ai sughi pesanti e condite con un buon ragù, e la porzione abbondante ci ha soddisfatti; lo stinco di maiale era ben cotto, gustoso ed aromatico. Per i contorni vi sconsiglio il purè se, come me, siete degli estimatori dello schiacciapatate: la consistenza troppo fluida tradisce l'uso di un mixer; le verdure gligliate erano buone e, com'è giusto ma non scontato, accompagnate da ulteriori condimenti per aggiustarle a proprio gusto.
Abbiamo lasciato il locale soddisfatti, non appesantiti e contenti di aver pagato solo 24 euro.
nota cappelli: mi sento di attribuirne 3, anche se il prezzo onestissimo mi tirerebbe verso i 4, per non fare torto alla maestria di altri ristoratori per i quali, altrimenti, dovremmo inventare il 110 e lode
Consigliato!
[gi]
06/10/2008