Se mi fossi chiamato Omero l'Odissea l'avrei riscritta io…
Me lo ricordo bene il 1° novembre, cavoli se me lo ricordo!!!
Lunedì, mia moglie in ferie vuole andare all'Ikea. Si parte. Prendo per Vignola perché voglio provare la nuova strada che porta fino a Bazzano, comodissima. Poi mi infilo in quel maledetto dedalo di tangenziali che circonda la città felsinea e praticamente mi perdo, anzi, so benissimo dove sono, solo che a un certo punto si aprono le cateratte del cielo e mi trovo sotto le cascate del Niagara. La vedo l'Ikea, o meglio, la intravedo nel fiume d'acqua, così sacramentando sbaglio uscita, ahimè, e mi ritrovo in autostrada direzione Modena. Le saracche che ho tirato hanno incrinato i vetri degli specchietti, quando mi sono ripreso, ormai ero a Modena Sud, decido di andare a Parma, ho fatto 30 e faccio 31. Arrivo a Parma come posso, continua a piovere che Dio la manda, i fiumi su cui passo hanno un po' esondato, fa impressione vederli ai bordi dell'autostrada….. un'ora dopo la chiuderanno…..
Arrivo a Parma e rivedo l'Ikea, che stavolta raggiungo non senza poca fatica, dall'uscita dell'autostrada i cartelli ti fanno fare il giro del perdono passando dentro la città, e poi noi ci lamentiamo dei nostri assessori al traffico? Anche a Parma non scherzano!! Mia madre è nata e vissuta qui, ha un sacco di parenti e viene spesso, ma tutte le volte si perde di qua o di là, fate voi….
Visitiamo l'Ikea, all'uscita è presto e decido di andare a mangiare alle porte di Reggio Emilia, non pago dei giri che ho fatto. Mi riperdo per la campagna parmense cercando di raggiungere la via Emilia. Non so come ma a un certo punto mi ritrovo a Sorbolo, poi a Campegine, raggiungo Cadelbosco di Sopra, sfioro Sesso e approdo (nel vero senso della parola perché il diluvio è tremendo) a Roncocesi e finalmente a Pieve Modolena becco la scia giusta e sono in via Emilia. Attraverso Reggio d'un fiato, costeggio l'ex manicomio e quasi quasi mi faccio ricoverare, arrivo a San Maurizio (per chi non lo sapesse si chiama così perché c'è il Mauriziano, villa quattrocentesca che merita una capatina…).
Giungo alla mia destinazione, sono le 13.00. Entro speranzoso, perché so che ha strani giorni di apertura, ma dentro è stracolmo, il cameriere che mi vede mi invita “dolcemente” a tornare sotto la pioggia. Riprendo il largo e la fame incomincia a divorarmi le budella. Cerco un buco a Rubiera ma non vedo nulla, poi c'è casino e sgamo verso Modena.
Al ponte sul Secchia, che minaccia non poco, mi ricordo della Masseria. Saranno più di vent'anni che non ci vado. La prima volta ci sono stato con piggo e ci eravamo strafogati….
Trovo il parcheggio e nonostante un ombrello per uno raggiungiamo l'ingresso bagnati fradici. Il locale è pieno, ma essendo le 13.40 molti hanno finito e un buco si libera.
Sono praticamente due stanze quelle che vedo, ma credo ce ne siano delle altre. Dove sono io ci sono altri due tavoli da quattro, un bancone con poggiate sopra varie ciotole di terracotta con cose strane, e una porta che reca in cucina.
L'ambiente è spazioso e pittato di bianco, i tavoli sono ben distanziati e i camerieri veloci e gentilissimi.
Accomodati ci viene richiesto il bere, acqua gassata e una boccia di Lambrusco Saetti 2009. Bei bicchieroni, bella posateria, bel cestino di pane che non fatichiamo a spavirare in un paio di minuti.
Prendiamo un antipasto per uno, io caciocavallo ai ferri e la Paolina bruschettine con pomodorini e patè di olive nere, gustosissime. Il cacio era di due tipi, cotto alla perfezione, mi viene consigliato di mangiare prima questo perché meno intenso di quell'altro…. Vero….
Poi la Paolina come al solito si tuffa sulla pasta, cavajoli al sugo rosso, molto buoni e ben cotti, fatti a mano. Prima di ordinarli il cameriere le presenta e le fa vedere i tipi di pasta che offre e fa la casa. Io invece mi butto sul solito secondo di carne, agnello alla griglia. Buono e bello, non le solite tre costine striminzite, ma cinque bei pezzi carnosi. Prendo di contorno un piatto di verdure miste caratteristiche, ci sono peperoni ripieni in due modi, un po' di parmigiana, e altre cosette sfiziose che non ricordo, che mangerò dopo la carne. Mia moglie si fa invogliare dal “giro di pastiere” e aspetta impaziente che gliele portino.
E qui casca l'asino. Qui perdono il primo cappello. Gli antipasti li abbiamo mangiati pari, poi io ho mangiato la carne mentre lei mangiava il primo e ho tenuto indietro le verdure per mangiarle con lei durante le pastiere. Purtroppo il cameriere addetto a servire gli assaggi si distrae, la prima la porta quando io ho quasi finito di mangiare le verdure, poi si dimentica completamente di mia moglie. Io faccio finta di niente, mia moglie si agita, poi dopo una ventina di minuti il cameriere ritorna sulla terra e decide di servire la seconda andata, ma mia moglie declina e chiude lì, la voglia di mangiare è stata sostituita dalla voglia di andare a casa. Ordina un dolce al cucchiaio, non chiedetemi cos'era. Vediamo passare cestoni di dolcetti ricoperti di cioccolata (mandorle, fichi, nocciole etc…) che magicamente evitano il nostro tavolo, quindi chiediamo il conto, dopo due caffè quasi perfetti.
Qui l'asino scivola. Ci viene recato il conto. Sulla ricevuta c'è scritto in calce un 7 coperto da un 8 e uno 0 coperto da un 5 o viceversa, sotto ancora 85,00.
Il giro pastiere ci è stato fatto pagare come se avesse mangiato tutto invece ne è arrivato un misero assaggio.
Alla fine tre cappelli, meritano decisamente di più senza scivoloni. Si mangia molto bene, al mio gusto, anche mia moglie è rimasta alla fine soddisfatta. Forse era tardi, erano stanchi e qualche errore ci può stare. Se tutto fila liscio è un locale da quattro cappelli.
Caffè 2 € e coperto 4 € a cranio, un po' caro.
Consigliato!
[joy]
28/11/2010
Peccato per alcune mancanze, forse dovute all'orario d'esercizio.
Però più che Omero, mi ricordi Pollicino....
Nel vagare sulla via Emilia.