Entrando nel centro di Bologna, a pochi passi da Porta Saragozza, c'è questa piccola e tranquilla via, che sembra uscire da un bassorilievo di Dimitrov, o da qualche grande libro fotografico sulla città.
E' via Santa Caterina e sembra che questa zona sia particolarmente felice per la cucina. Già conosciuta per l'Osteria Bottega, infatti, qui trovano sede anche Lo Scorpione, storico pub, e appunto l'Osteria Santa Caterina, dove abbiamo il piacere di cenare stasera.
Il locale si trova sotto a un portico, esattamente a pochi metri dalla Bottega.
Si suddivide in tre stanze, tipiche dei vecchi palazzi di quella che fino agli anni 70 era una zona poverissima della città: soffitto basso in legno, collegate fra loro con un corridoio stretto e lungo.
Naturalmente, il contesto non è più quello di quarant'anni fa: tutt'altro, la zona è tranquilla, silenziosa e il locale è molto accogliente e caratteristico.
Innanzitutto, c'è da fare una precisazione doverosa: non è la classica osteria.
Qui si viene per mangiare soprattutto salumi e formaggi. Tutti di altissima qualità.
La prima cosa che balza all'occhio, appena entrati, è lo splendido bancone dietro il quale Lorenzo, uno dei soci, si prodiga a preparare taglieri di affettati e formaggi.
Appesi alle travi in legno, prosciutti di Parma, jamon iberici, culacce, culatelli e altro ben di Dio, che oltre ad avere un notevole impatto scenico, regalano all'ambiente profumi quasi afrodisiaci.
Alle pareti e nel corridoio, belle bottiglie disposte in modo ordinato e cromatico danno il tocco finale a quello che già senza aver mangiato è un locale che mi piace molto.
In nostro tavolo è nella sala in fondo al corridoio: i coperti saranno sì e no una ventina, ai quali se ne acciungono altrettanti nell'altra sala.
La cortesia dei titolari è esemplare: dopo averci fatto accomodare prendendoci i giubbotti, ci serviranno per tutta la serata in modo premuroso e professionale.
Il piccolo menù rivela che qui la proposta si basa in gran parte sui taglieri, chiamati per l'appunto i Taglieri di Lorenzo. Simpatica l'idea di suddividerli chiamandoli con i nomi delle professioni, quindi Tagliere del Commercialista, dell'Avvocato, del Notaio e così via.
Poi ci sono le merende toscane, alcuni secondi, tra i quali la cotoletta Vecchia Bologna e le polpette con i piselli e alcuni primi e zuppe del giorno, che verranno recitati a voce.
Di tutt'altro tenore, invece, la carta dei vini: ottima, con molte scelte, fra bianchi e rossi italiani, nonchè un'ottima selezione di bolle e di Champagne.
Bella, poi, la scritta in calce ad ogni pagina, che rassicura il cliente sul fatto che la bottiglia non finita sarà tappata e data a casa al cliente, nonostante qui si possa bere anche al calice.
Da questa sceglieremo il vino per accompagnare la cena, un ottimo Kerner di Kofererhof, abbinato all'immancabile acqua naturale.
Per cominciare, scegliamo un primo ed una zuppa: gramigna con ragù bianco di salsiccia e ribollita.
La classica gramigna con la salsiccia, in questo caso, è semplice, senza aggiunta di panna o altro. Solo salsiccia, del rosmarino per dare un tocco di profumo e un po' di parmigiano. Discreta.
La ribollita, servita con i classici crostini, è molto più liquida rispetto a come sono solito mangiarla io in Toscana, ma il sapore è comunque molto buono.
Buona anche la quantità.
Ottime poi la crescenta e le schiacciate servite come pane in un bel cestino, che viene puntualmente rabboccato.
Arriviamo così al piatto forte: i taglieri.
Senza voler esagerare, diamo carta bianca a Lorenzo facendoci preparare un assaggio di salumi ed uno di formaggi.
I salumi sono così composti: Prosciutto di Parma, Mortadella Pasquini & Brusiani, culaccia, salame e salsiccia passita.
I formaggi, invece, sono una selezione di cinque italiani ed un francese, con diversi latti, serviti con una marmellata di visciole ed una di zucca, noci e zenzero.
Ottimi entrambi, presentati molto bene e di qualità indiscutibile.
Niente dolce e caffè, siama già soddisfatti e sazi.
Rimaniamo il tempo di finire il vino chiacchierando in tranquillità, senza che nessuno ci faccia pressione nonostante il locale sia pieno.
Usciamo contenti e soddisfatti dopo aver pagato un conto totale di 57 euro, onestissimi, considerato anche il fatto che il vino costava 25 euro.
Una piacevolissima sorpresa, imperdibile soprattutto per chi voglia mangiare salumi e formaggi non scontati e di altissima qualità.
Bravi.
Consigliatissimo!!
[amorperdona]
17/12/2010